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Campionato Italiano di Singolo Cat. A

logo fisb con nuovo coniCon i materiali di oggi, a far girare la palla son capaci tutti, il problema del bowling moderno è quello di farla scorrere”.

Dalle teorie di mio padre, ho appreso anche che “è il giocatore che deve adattarsi alle piste e non viceversa” e che il bowling “è il gioco dei birilli”, non è il gioco “delle bocce”: per dire che spesso ci si concentra sull’estetica del lancio e sulle rivoluzioni della boccia, dimenticando lo scopo principale.

Sosteneva anche “nei momenti che contano, il gioco del bowling diventa essenzialmente uno scontro di personalità” e che “l’importante non è vincere, ma contare”, perché “quando conti, prima o poi vinci”.

Tutti questi insegnamenti sulla dimensione sportiva del gioco del bowling, mi sono venuti in mente nella splendida cornice di Mozzo, deliziosa cittadina della provincia di Bergamo, dove si sono disputati, lo scorso fine settimana, i Campionati Italiani di singolo delle categorie A, maschile e femminile.

Molto bello l’impianto che ha ospitato la manifestazione, con 16 piste installate in un’area dedicata della sala e ben distante dalle altre rumorose attrattive, tipiche dei centri bowling.

Un impianto che, con pochi accorgimenti, è potenzialmente in grado di ospitare manifestazioni di assoluta eccellenza, anche per la vicinanza alla città di Milano ed agli aeroporti di Linate ed Orio al Serio, facilmente raggiungibile senza problemi di traffico e di parcheggio, poco distante da un comodo e moderno albergo.

Al piano sottostante un ristorante/pizzeria di eccellente qualità. Un complesso pulito e molto ben curato, sia nelle sale principali che nei locali di servizio. Impeccabile la cortesia e la puntualità del servizio bar, la disponibilità e l’efficienza degli addetti al control desk e dei meccanici.

Una bella scoperta per la Federazione, con l’augurio che possa essere teatro di tornei e campionati anche in futuro.

Ci si prepara per mesi al più importante evento dell’anno e ci si presenta sulle piste carichi di speranze e con la gran voglia di far bene. Quest’anno poi, si sarebbe giocato su un condizionamento annunciato già nel RTA, il WTBA Tokio 43 piedi.

Ma come quasi sempre accade quando si prova un condizionamento nel proprio centro, poi la realtà si scopre ben diversa: cambia l’attrito della pista, il detergente ed il tipo di olio usato e spesso la macchina per il condizionamento o semplicemente la sua manutenzione: quella usata nel centro che ci ospitava era una Kegel senza brush transfer system.

A cambiare ulteriormente le carte in tavola i birilli twister che spesso regalano sorprese a chi è abituato ai più diffusi in legno.

L’insieme di questi fattori ha determinato condizioni di gioco ostiche, da affrontare solo con attrezzi adatti e dove la bravura consisteva proprio nell’abilità a far scorrere la boccia, iniziando da un morbido appoggio sulla linea di fallo.

Nel girone femminile ottima la prestazione in qualificazione della mancina Fabiana Baraldi e della palermitana Giada di Martino, con quasi 200 di media, seguite da Jolanda Carfora con il suo efficace back- up, dalla Di Benedetto, che affilava le unghie in vista della finale e poi Cuni Berzi, Balzano, Regali.

A chiudere il gruppo della finaliste la detentrice del titolo Simona Fasol.Fuori di un soffio Ferina, Liuzzi e Tiragallo.

10313501 10202101062463417 8356250107635937843 nPoche storie per la finale, con Helga Di Benedetto due spanne sopra tutte le altre: la pluri-campionessa palermitana è uscita dalla tana con gli occhi della tigre, giocando le 7 partite di Round Robin a 221 di media, vincendo tutti gli scontri diretti e stra-meritando il titolo. Egemone.

Confermano le posizioni della qualificazione Giada di Martino (argento) e Jolanda Carfora (bronzo).

Molto bella la cerimonia delle premiazioni, con un tenore ed un soprano a cantare l’inno d’Italia per il podio femminile, con un finale da brividi sull’Italia chiamò.

Decisamente più combattuta invece la finale maschile: Il gladiatore Massimo Pirozzi, dominava le qualifiche a 231 di media, con 78 birilli di vantaggio sul nostro Rappresentante Atleti Francesco Bellomonte, 130 sull’inossidabile Amedeo Spada.

A 141 birilli segue Davide Spagnoli, grande protagonista della recente Coppa del Mediterraneo, dove ci ha fatto sognare nella finale master recuperando una semifinale su due partite, che lo vedeva sotto di 62 birilli dopo la prima e perdendo la successiva finale per un soffio.

Con il suo stile di gioco unico ed inimitabile ed i suoi spostamenti “di un quarto di listello”, Davide è stato il vero personaggio della manifestazione di Gibilterra, rubando la scena anche alla cena di gala. Ma questa è un’altra storia…

Seguiva nel gruppo il giovane talento Nazionale, Nicola Pongolini – molto serio sulle piste e sempre concentrato sul gioco - davanti ai campionissimi Marco Reviglio e Federico Rossi.

Via via tutti gli altri:Boccato, Olini, Del Carmine, De Paris e Zambon.

La finale, sulle 11 partite Round Robin, vede partire alla grande Francesco Bellomonte, che stravince la prima contro Amedeo Spada ed in un colpo solo balza in testa alla classifica generale.

Nelle successive 4 partite Amedeo realizza una bella rimonta ed alla fine della quinta partita Pirozzi, Bellomonte e Spada conducono la classifica racchiusi in soli 4 birilli, con Federico Rossi che segue di una cinquantina.

Ma è proprio il toscano, nello scontro con il romano alla sesta partita, a salire in cattedra e scalare la classifica con una meravigliosa rimonta, realizzando nelle cinque partite successive un parziale di 1.156.

In questa frazione Spada le tenta tutte con il suo repertorio fatto di lanci davanti al tornabocce ed improbabili prime frecce in uscita, non trovando mai continuità negli strike, ma rimanendo concentrato sullo spare e sempre alla ricerca del gioco.

Contemporaneamente Pirozzi difende il vantaggio con i denti, tenendo il pallino in mano con 1.064, mentre Reviglio rialza la testa con un 1.123 pronto a tentare l’impresa, gli altri galleggiano attorno al 200 di media, gli ultimi osservano con medie inferiori.

Ci si presenta così all’ultima decisiva partita, che lascia presagire un finale al cardiopalma: Federico Rossi in cima alla classifica, con 2 birilli di vantaggio su Pirozzi (4.115 - 4.113).

Reviglio e Bellomonte, indietro di un centinaio di birilli, sono in lizza per la terza piazza, col piemontese in vantaggio di 19 sul siciliano.

La sorte ha voluto che Bellomonte incontri Rossi sulla pista 15-16, mentre sulla 11-12 Pirozzi incontra Zambon, Reviglio se la gioca con Olini.

Reviglio vince lo scontro diretto con 174 birilli portando a casa i 20 di abbuono, mentre Pirozzi perde l’ultima partita contro uno scatenato Zambon (214-245). Ad entrambi non resta che guardare l’esito della sfida Bellomonte vs. Rossi dove, come spesso succede in queste situazioni, sono gli ultimi due frames a decidere i giochi: Rossi ha assolutamente bisogno di vincere la partita per portare a casa il bonus di 20 ed il titolo, in ogni caso serve strike al nono frame, per avere una chance al decimo, anche in caso di sconfitta. Ma una boccia perfetta, come a volte accade con i twister, lascia in piedi il birillo 9.

Dal canto suo, anche Bellomonte ha bisogno dei 20 di abbuono per salire sul podio, mettendo le premesse con lo strike al nono, accompagnato dall’urlo dell’immancabile tifo dei supporters siciliani.

Non è ancora finita ed i giochi si decidono all’ultimo frame, con i due che se le suonano di santa ragione:dominando i nervi da campioni, nella tensione generale, Rossi e Bellomonte alternano strikes perfetti,realizzando entrambi la tripla.

Vince di misura Bellomonte (206-201) che col gioco degli abbuoni, guadagna il bronzo a scapito di Reviglio.

A Federico Rossi non basta una rimonta prodigiosa ed una finale dominata con 221 di media sulle 11 partite e ben 235 punti di abbuono e per la seconda volta nell’anno, dopo la World Cup, deve masticare argento amaro, questa volta a soli 6 birilli da Pirozzi (4.327 – 4.321).

10411906 10202101129825101 3193505755016062022 nMa il vero protagonista del Campionato è il vincitore: Massimo Pirozzi conferma la sua fama di autentico mastino delle piste, portando a casa il terzo titolo italiano in 6 anni e salendo al 4° posto della classifica all-time per numero di titoli vinti, dietro a Dario Barbieri (7), Marco Reviglio ed Enrico Maddaloni (4).

Come ha sottolineato il Presidente durante la premiazione, tanta roba.

Un cenno a parte meritano Gastone Pertegato, impeccabile interprete del ruolo di UDG con tanto di fischietto in bocca a scandire il cambio piste ed il via libera (ci è piaciuto) ed il responsabile regionale Lorenzo D’Alessandro per l’aggiornamento in tempo reale delle classifiche, così come i tecnici che si sono adoperati nelle pesature (Roberto Mattera ed Enos Casagrande).

Complessivamente una bella manifestazione, accompagnata, come sempre accade, da qualche polemica.

Personalmente ritengo che la Federazione abbia fatto qualche significativo passo in avanti, ma dovremo lavorare per migliorare alcuni aspetti organizzativi di queste manifestazioni: quelli legati alla gestione delle tempistiche per minimizzare i tempi morti, quelli legati alla distribuzione dei ruoli di organizzatori e collaboratori, per ottimizzare le capacità di ciascuno e quelli legati al protocollo delle premiazioni, per esaltare al massimo un momento da ricordare a lungo. Ma penso anche a quelli legati al format della finale per adeguarlo alle esigenze televisive, oltre che alla spettacolarità dell’evento (che quest’anno non è mancata) ed infine quelli legati alla formula di gioco, per garantire il massimo di equità nel giro-piste e magari limitare il riporto birilli, in caso di più turni di qualificazione.

Qualche riflessione andrà fatta sugli aspetti meramente tecnici: è largamente condivisa la necessità che la Federazione dovrebbe fare ogni sforzo per dotarsi di un proprio pulmino e di un paio di macchine per i condizionamenti, per ricercare il massimo della qualità nelle condizioni di gioco delle finali nazionali ed allo stesso tempo per avere un mezzo di trasporto indipendente per Dirigenti, Tecnici ed UDG in giro per l’Italia e per le rappresentative nazionali in giro per l’Europa.

Ma queste opportunità dipendono strettamente della sostenibilità di bilancio. E questa passa anche per la partecipazione di tutti i tesserati alle manifestazioni in calendario, che a loro volta devono essere pensate in funzione del loro gradimento.

Insomma, bene così ! Ma c’è ancora molto lavoro da fare.

Andrea Canevari

 

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